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S. Maria di Portosalvo

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nella storia della chiesa!

INTRODUZIONE

Benvenuti nella chiesa di portosalvo

l'esterno, l'obelisco e la facciata

TAPPA 1

NAVATA E SOFFITTO

TAPPA 2

altari laterali e opere

Tappa 3

AREA PRESBITERIALE

TAPPA 4

LA confraternita

tappa 5

RESTAURI E OPERE PERDUTE

TAPPA FINALE

Grazie a:

La storia: Introduzione

Benvenuti

Benvenuti in questo luogo, un po’ magico e con una storia coraggiosa, che speriamo saprà stupirvi e affascinarvi con il racconto delle tante vite che ha vissuto in poco più di 100 anni.

Prendetevi un momento per rilassarvi tra gli spazi esterni di questa splendida villa.
Approfittate dell’ombra fresca degli alberi secolari e del verde che vi circonda, rigenerante e silenzioso, per staccare un attimo dal rumore della città. Passeggiate con calma nel giardino, tra il verde curato e accogliente, sempre aperto al pubblico, dal mattino fino a sera.

Mentre camminate, lasciatevi trasportare dalla storia unica di questo luogo: una villa che ha vissuto tante vite — dai fasti della sua costruzione, ai momenti più oscuri sotto il controllo della criminalità organizzata, fino alla sua rinascita.

Oggi Villa Fernandes è un bene comune, restituito alla comunità, vivo e aperto a tutti. La sua bellezza architettonica resta intatta, ma ha cambiato anima: ora è un luogo di accoglienza, cultura e partecipazione.

La storia: Capitolo 1

C’era una volta Villa Maria

Agli inizi del Novecento, in una Portici ancora immersa nel verde e nel silenzio, un uomo di nome Alberico Aschettino, commendatore napoletano, decide di costruire una villa per la sua famiglia. La chiama Villa Maria, in onore della moglie.
La villa nasce nel 1911 e, all’epoca, occupava una superficie molto più estesa rispetto a quella odierna. Alberico e Maria ebbero tre figli – Antonino, Guido e Matilde – che vissero nella villa per diversi decenni.

Matilde eredita la proprietà quando sposa Ugo Palumbo, e proprio qui nasce la loro primogenita, Chiara. La seconda figlia, Maria, nasce a Napoli nel 1935.

Maria Palumbo, unica erede della famiglia, ancora oggi conserva gelosamente i ricordi della nonna e della sua mamma che ci restituiscono l’immagine di una Villa Maria che per molti anni è stata luogo di feste e convivialità: dai racconti della sig. ra Maria, pare che il giardino antistante il porticato fosse frequentemente teatro di banchetti e feste, con decine di persone che animavano la Villa e tutta la zona circostante. Ma anche luogo di ritrovo familiare e e di vita quotidiana vissuta all’insegna della della spensieratezza e di piccoli attimi di gioia quotidiani.

Scorri le immagini delle foto di familia della Signora Maria.

La storia: Capitolo 2

L’ARIA BUONA DI PORTICI

Quando Maria è ancora molto giovane , la villa fu venduta al signor Fernandes, per volontà del padre Ugo Palumbo. E da allora, quella che fu Villa Maria diventa Villa Fernandes.

Negli anni ’30 e ’40 del Novecento, infatti, Portici era considerata una località di villeggiatura. L’aria salubre e la tranquillità del posto attiravano le famiglie benestanti di Napoli.

I Fernandes, imprenditori originari di Posillipo, utilizzarono la villa come residenza estiva. Era il rifugio ideale per sfuggire alla frenesia della città, respirare aria buona, e godersi momenti di svago con amici e parenti. La villa viene ribattezzata con il nome dei nuovi proprietari e, da allora, è conosciuta come Villa Fernandes.

La storia: Capitolo 3

VILLA LE CYCAS – GLI ANNI BUI

Fino agli anni ’90, Villa Fernandes è la villa che vi abbiamo raccontato. Poi, tutto cambia. A comprarla – o meglio, ad “accaparrarsela” – è la famiglia Rea, un clan camorristico di Giugliano. La trasformano in una location per matrimoni e cerimonie, e la ribattezzano con un nome da film: Villa Le Cycas.

In giro si diceva pure che Maradona fosse interessato ad acquistarla. Ma l’affare non si fece mai. C’è chi parla di fantasmi. Sì, proprio così: a Portici girava voce che la villa fosse infestata. E, a quanto pare, Diego non voleva dividere casa con gli spiriti.
Di fatti i Fernandes ne perdono la proprietà e la villa finisce nelle mani della camorra. Nel 1998 la villa viene sequestrata dallo Stato. Chiusa, inutilizzata, finisce persino in un’interrogazione parlamentare.

Solo nel 2010 qualcosa si muove: la Curia di Napoli, la Provincia, il Comune di Portici e il Consorzio S.O.L.E. firmano un accordo per darle nuova vita. L’idea è quella di farne un centro di accoglienza, soprattutto per chi ha vissuto esperienze difficili come la tossicodipendenza.

Nel 2011 viene affidata a don Antonio Vitiello, fondatore dell’associazione “La Tenda”, con l’obiettivo di creare un presidio sociale. Ma, nonostante i buoni propositi, la villa resta lì, chiusa, vuota, ferma. Intrappolata in un limbo di cavilli legali e problemi burocratici e gestionali.

La storia: Capitolo 4

LA RINASCITA (VERA) DI VILLA FERNANDES

Per anni, la villa è rimasta come sospesa nel tempo. Un luogo bellissimo ma abbandonato, che in tanti ricordavano solo come simbolo di degrado.

Poi, finalmente, nel 2014, qualcosa si muove: una delle due dependance viene affidata a un’associazione locale per iniziare un percorso di riutilizzo sociale. Poco dopo, anche l’altra dependance trova una nuova funzione: accoglie giovani rifugiati e richiedenti asilo.

Segnali piccoli, ma importanti. Segnali di un risveglio.
Ma è tra il 2017 e il 2019 che arriva la svolta vera: il comune di portici e una rete di più di 20 realtà del Terzo Settore (cooperative, associazioni, enti sociali e parrocchie) partecipano ad un bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nel sud Italia per realizzare progetti esemplari.
è così nel 2020 parte ufficialmente il progetto “Villa Fernandes – un Bene Comune”.

Un’iniziativa ambiziosa, per restituire alla città un luogo che era stato dimenticato. Promotori del bando Fondazione CON IL SUD e Fondazione Peppino Vismara, che hanno finanziato la ristrutturazione e le prime attività.

Oggi, Villa Fernandes è un simbolo di riscatto.
Un ultima curiosità: durante i lavori di ristrutturazione, all’interno della proprietà sono spuntati dei cunicoli lunghissimi, che portavano verso la parte bassa della città.
A cosa servivano? Molto probabilmente a sfuggire ai blitz delle forze dell’ordine. Un sistema di fuga sotterraneo, degno di un film.
Oggi quei corridoi sono chiusi. Ma la villa, per fortuna, è più aperta che mai.

Scorri le immagini della rinascita di Villa Fernandes

La visita e i luoghi: Capitolo 1

IL CANCELLO

La nostra visita comincia proprio da qui, dal grande cancello che introduce alla villa. Non è un cancello qualsiasi: è l’unico, tra quelli delle ville storiche di Portici, ad essere sopravvissuto alla requisizione dei metalli durante la Seconda Guerra Mondiale.

All’epoca, infatti, tutti i cancelli in ferro vennero smantellati per essere fusi e usati dall’industria bellica. Tutti… tranne questo.
Il merito fu del signor Fernandes, allora proprietario della villa, che, grazie alla sua doppia cittadinanza italiana e spagnola, riuscì a sottrarsi alla cosiddetta “Campagna del Ferro” voluta dal regime fascista.

E così, ancora oggi, questo cancello è qui, maestoso e intatto, protetto e vincolato, testimone silenzioso di una scelta coraggiosa e della storia di un’intera epoca.

La visita e i luoghi: Capitolo 5

Una villa aperta al futuro

La visita finisce proprio qui, dove la villa oggi accoglie, nutre e coinvolge. Villa Fernandes non è solo un edificio storico: è uno spazio che vive nel presente, aperto alla città, alle persone e ai progetti.

Un bene comune che accoglie, connette e fa crescere persone, enti, imprese, istituzioni e territorio. Nel 2023 Villa Fernandes propone al territorio un patto di Rete, per gettare le basi per la costruzione di un’organizzazione di Comunità. Le realtà che hanno aderito sono state oltre 50 tra Cooperative sociali, consorzi Associazioni di Volontariato e di Promozione sociale, Parrocchie Scuole, Istituzioni, Cittadini e a tutt’oggi sono in aumento.

i numeri della rete sono in aumento: ad oggi contiamo 232 volontari, 273
posti occupati, 258 soci e oltre 15.400 destinatari dei nostri servizi

A Villa Fernandes, la cultura dell’incontro si fonde con l’innovazione, offrendo all’intera collettività, un luogo unico dove creare sinergie, sviluppare progetti e costruire nuove opportunità.

E ora rilassatevi, magari davanti a un caffè o a un buon piatto preparato con amore dalla cucina del Dabliu. Questo è il momento giusto per gustare l’atmosfera di un luogo speciale, che ha ancora tante storie da raccontare.